Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
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sabato 27 marzo 2010

A PROPOSITO DI DEGRADO....IL PONTE SUL FIUME ZENA


Oggi mi trovavo a percorrere via Palio, lungo un personalissimo percorso che ho intrapreso alla ricerca di angoli da riscoprire del nostro bel territorio.
All’altezza del ponte sul fiume “Zena” ho parcheggiato l’auto, per meglio potermi godere la natura circostante.
Mio malgrado, però, subito sono stato assalito da un senso di degrado impellente, palese, incombente nella sua evidenza, che mi ha privato immediatamente di quel senso di simbiosi ambientale che ogni tanto spero di trovare a contatto con la natura.
La fatiscenza della struttura del ponte mi ha infatti sorpreso e preoccupato, viste le condizioni del parapetto di metallo e del camminamento pedonale.



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La solidità è compromessa notevolmente, ed è stata rafforzata (sic!) con l’ausilio di filo di ferro e di qualche barra metallica recuperata allo scopo.
Le fessurazioni che si sono prodotte nella gettata di calcestruzzo che riveste l’armatura stessa prospiciente alla balaustra, evidenziano un serio problema di sgretolamento e di alterazione progressiva della struttura.
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Ho provato ad immaginare a quali pericoli potrebbe andare incontro un bambino che si trovasse a mettere un piedino negli spazi mancanti di appoggio, e senza trovare sufficiente ausilio neppure nel traballante e oscillante sostegno metallico.
Mi sono anche preso la briga, incuriosito da cotanta trascuratezza, di dare un’occhiata sotto al ponte, dove ho trovato una situazione ancor più preoccupante.
Sotto al pelo dell’acqua, a pochi metri a valle dell’attraversamento, ci sono infatti le tracce di un graduale cedimento strutturale, checchè ne dicano eventuali perizie tese a tranquillizzare e a mettere sotto silenzio l’evidenza dei fatti.
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Pile di mattoni squadrati, provenienti dalle arcate del ponte, si accumulano gli uni sugli altri, e si ergono inconsapevoli testimoni di una situazione di degrado e di pericolo inaccettabili.
La forza della corrente non è tale da poterli diluire in un percorso che li allontani dalla “scena del crimine” e quindi rimangono lì a poca distanza, quasi a invocare un intervento riparatore, un cenno
Le fotografie dimostrano una inconfutabile realtà, ma dubito che l’amministrazione comunale si preoccupi o si degni di dimostrare un qualsiasi interesse al riguardo, come del resto ci ha oramai abituati in varie occasioni.
Voglio evidenziare una citazione latina (di Ovidio) che bene si amalgama al comportamento dei nostri amministratori, che prosaicamente si autocompiacciono e si incensano all’interno dei loro luoghi di potere, nei quali si compiono i giochi di Palazzo, e in cui dispensano rassicuranti e benevoli sorrisi nella loro quotidiana sequela di promesse enfatizzate spesso da “Prometeo” (con i nostri soldi), mentre poi, sul campo, mancano i risultati concreti :
Video meriora proboque, deteriora sequor”.
(Vedo le cose migliori e le approvo, ma seguo quelle peggiori).

Sembra proprio che ogni problema e segnalazione fatta dai cittadini funga da repellente e da alibi per una fuga vergognosa, intrapresa a rotta di collo, liberatoria e compiuta all’unisono, di tutto il gruppo consiliare di maggioranza, per sfuggire la realtà dei fatti.
Sembra che tra il Primo cittadino e la popolazione, il livello di simbiosi che dovrebbe caratterizzare il rapporto di biunivoca coesistenza, sia oramai inesistente, o forse, chissà…non è neanche mai nato.
Mi meraviglio che la classe dirigente del partito a cui appartiene
Lorenzo Minganti non cerchi di porre un freno a questa sua rovinosa e affannosa raccolta quotidiana di dissensi, che porteranno lui e la sua congrega di muti e asserviti coadiutori a scomparire dalla scena politica.
Prima che questo giorno arrivi dovrà passare forse ancora un po’ di acqua sotto i ponti, ma mentre aspettiamo, speriamo che almeno quello sul fiume Zena possa resistere…
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Dissenso
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