Articolo 21 della Costituzione Italiana

Articolo 21 della Costituzione Italiana:
"TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, CON LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE"

martedì 15 agosto 2017

TOGHE ROSSE


Ancora una volta, tanto per confermare  una situazione  che si ripete ciclicamente, la giustizia a senso unico, quella delle “toghe rosse” ha puntualmente sentenziato, schierandosi a favore di delinquenti che si ispirano alla violenza di stampo marxista, un giudizio stereotipato, a cui oramai purtroppo a Bologna siamo abituati.
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Si tratta dell’ennesimo trattamento di favore verso uno dei tanti “rivoluzionari” della domenica, che fanno dell’abuso e della violenza il loro modus operandi.
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La guerriglia urbana, denominata semplicemente "manifestazione pubblica" dall’imperante buonismo che accomuna la magistratura e il potere politico felsineo, è l’elemento a cui i centri sociali ricorrono per affermarsi.
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Non solo.
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L’imbrattamento dei muri con scritte di stampo anarchico-insurrezionalista è prodromico alle loro azioni, in un circuito nefasto e illegale che li caratterizza.
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Ma tutto ciò non sembra essere rilevante per la magistratura bolognese che, finora, ha sempre guardato con occhio benevolo all’operato di queste organizzazioni, come Labas, Xm24, Cua, "antagonisti" e centri sociali in genere.
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L’ultima beffa alla Giustizia è stata orchestrata dal Tar, a favore di M.G. un pasionario dell’illegalità che si fregia del titolo di “antagonista”, iscritto dal 2008 all’Accademia delle Belle Arti cittadina.
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A inizio aprile la zona del Pratello fu devastata e deturpata da innumerevoli atti di vandalismo, come decine e decine di scritte che comparvero sui muri per mano di anonimi incappucciati.
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Centri sociali : la violenza come "modus operandi"
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Le indagini della Polizia condussero alla perquisizione dell’abitazione di M.G., appunto, in cui furono trovate un coltello in ceramica con la lama di 10 cm, oltre ad una tanica di benzina, e a vernice spray nera (come quella usata dal vandalismo becero e imbecille).
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La Questura decise di emettere il foglio di via per allontanare questo pericoloso individuo dalla nostra città, con la seguente motivazione :
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L’ulteriore permanenza (dell’antagonista, ndr) costituisce pericolo per la sicurezza pubblica, attesa la sua abituale frequentazione e attuale convivenza con soggetti gravitanti nelle medesime aree di rifermento (centri sociali e/o anarchici) anche gravati da precedenti specifici di polizia o da misure analoghe”.
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Nulla da eccepire, a nostro parere, considerando che questi personaggi appartengono alla stessa area politica che si è macchiata di gravi reati, come l’occupazione per oltre vent’anni dell’aula di Scienze politiche all’Università di Bologna, oppure di guerriglia urbana, devastazioni e violenze.
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Finora nessuno ha pagato, in termini giudiziari, per tutto ciò, poiché le toghe rosse cittadine hanno sempre assolto i responsabili.
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E’ sufficiente sfogliare le cronache dei giornali per accertarsene.
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Un vero e proprio scandalo che coinvolge la magistratura e le istituzioni.
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Tale modus operandi, protettivo e benevolo nei confronti di questi delinquenti comunisti o anarchici, si è ripetuto puntualmente anche nell’occasione in questione, quella del foglio di via a M.G.
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Infatti il Tar ha pensato bene di accogliere il ricorso di M.G. annullando il foglio di via, appunto, asserendo che “mancano le condizioni che caratterizzano un soggetto pericoloso socialmente : come essere dediti a condotte criminali, vivere di proventi delittuosi, o avere comportamenti che minano la tranquillità pubblica.
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Il Tar si è prodigato in spiegazioni dal sapore assurdo, come quella che recita :
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Un caso analogo fu vagliato l’anno scorso, con conclusioni applicabili anche alle scritte anarchiche”.
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La delirante affermazione prosegue con altre che sembrano scaturire non da sentenze giuridiche ma da manuali di accondiscendenza con la guerriglia.
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Eccone il contenuto :
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In primis, sarebbe paradossale impedire a uno studente di poter circolare nella città dove si trova l’Istituto”.
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E continua :
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Ma soprattutto l’appartenere a movimenti politici che siano particolarmente attivi sul piano delle manifestazioni pubbliche o che siano noti alle forze di Polizia perché alcuni dei loro componenti tendono a fomentare disordini se non a commettere reati non può automaticamente far attribuire alla persona la categoria di persona pericolosa per l’ordine pubblico”.
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Tutto chiaro dunque.
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E se a commettere i disordini fossero stati elemnti di estrema destra ?
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Apriti cielo, si sarebbe gridato : “al fascista !”, condannando e reprimendo, in perfetto stile “antifa”, così come piace molto alla Presidente della Camera, Laura Boldrini.
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Anche il Sindaco bolognese sembra essere allineato ad una linea di permissivismo e bonarietà verso questi che si vuol far apparire come  semplici “ragazzacci” e non come criminali quali essi in realtà sono.
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Infatti, dopo aver effettuato alcuni sgomberi di locali occupati per anni da questi professionisti dell’illegalità, ora ha ideato un sistema per non rendersi troppo inviso ai loro occhi : quello di concedergli l’uso di immobili ed aree cittadine dismesse, per consentire loro di ricomiciare l’attività.
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Sappiamo tutti di quale attività si tratti.
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Quando venne Salvini a Bologna, questi delinquenti misero a ferro e fuoco la città per impedirgli di parlare !
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Ciò spiega il perché siano così ben trattati da Magistratura e Amministrazione locale.
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Da anni pubblico articoli che evidenziano il connnubio tra questi gruppi criminali marxisti e anarchici che tengono in scacco la democrazia a Bologna, e le istituzioni cittadine, a tutto vantaggio degli eredi di Togliatti, che non perdono occasione per smentirsi.
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Dissenso
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